Alcuni studiosi che avevano viaggiato per l'Italia, la Grecia e l'Egitto, appena la videro al Metropolitan Museum of Art di New York, confessarono ai cronisti di non aver mai ammirato in un museo un reperto di così strepitosa bellezza.
I giornali la chiamarono subito "the golden chariot", il carro d'oro. Da allora la biga di Monteleone è stata ammirata dai critici d'arte, dagli archeologici e dagli appassionati di cose antiche che arrivavano anche dall'Europa, affrontando con entusiasmo il lungo e costoso viaggio per mare. Davanti a quel carro, raccontano le cronache dell'epoca, rimanevano tutti "come di sasso"...
...Per novant'anni è rimasta custodita nella sua gabbia di cristallo, davanti alla quale cominciarono a sfilare, a partire dagli anni Cinquanta, comitive provenienti dall'Umbria, cittadini e autorità di Monteleone di Spoleto, che guardavano commossi e inveleniti la "loro" biga nel grande salone del Metropolitan. "Perché", chiedevano, "la nostra biga sta al Met e non invece in un museo della nostra città? Ce l’hanno rubata, perché è stata trafugata dall’Italia".
Allora, perché non tentare di riportarla in Italia? Sembrava un’impresa disperata. Era come ripetere il duello fra David e Golia, ma stavolta senza l'aiuto del mito ingannatore.
Indifferente alle prime timide rimostranze che arrivavano da Monteleone, quindici anni fa, Philippe de Montebello, decise di fare del carro la star del suo Metropolitan. Secondo il suo piano, condiviso dagli amministratori e dai sostenitori del museo, la biga sarebbe diventata l'attrazione più scintillante, l'oggetto che poteva richiamare l'attenzione generale, negli Stati Uniti, in Europa e perfino in Giappone...
...Quando tutto sembrava a posto per pensare tranquillamente ai preparativi della grande festa dell’inaugurazione dei nuovi padiglioni, per Philippe de Montebello e i sostenitori del Metropolitan è arrivata una doccia freddissima. Alcuni autorevoli giornali americani pubblicarono nel 2005 alcune inchieste per dimostrare che i musei degli Stati Uniti detengono oggetti d'arte, illegalmente arrivati in America. Il "New York Times", in particolare, aveva ripreso la battaglia nel corso dell'anno successivo, sostenendo che il Metropolitan possiede ed espone migliaia di pezzi pregiati di origine furtiva, e che sarebbe bene venissero riconsegnati ai paesi d'origine.
In particolare, l'autorevole quotidiano indicava in testa alla lunga lista di opere trafugate in Italia proprio la biga di Monteleone. Anche in Inghilterra la battaglia legale del piccolo comune contro il Metropolitan catturò l'attenzione dei media. "The Sunday Telegraph" scrisse che "uno dei più decantati oggetti esposti al museo di New York, una biga etrusca, venne esportata illegalmente dall’Italia cento anni fa".
L'inaspettata presa di posizione dei media americani e inglesi si ispirava all'iniziativa del comune di Monteleone, che nell'autunno 2004 aveva deciso di intraprendere una battaglia legale contro il Metropolitan. Il sindaco della cittadina umbra, Nando Durastanti, aveva incaricato l'amico e concittadino Tito Mazzetta di citare il Met davanti alla corte federale di New York. Tito Mazzetta, italo- americano, avvocato di lunga esperienza, è titolare di un importante studio di Atlanta, Georgia. Al più autorevole quotidiano di Atlanta dichiarò: "E' come se li stiano privando di una parte importantissima della loro cultura, la biga per gli umbri è un modo di entrare in contatto con il loro passato" E, poi, polemico, chiedeva: "A chi, sotto il profilo morale ed etico, appartiene l'arte? Al museo che l'espone? Oppure al paese che l'ha creata?".
Anche il sindaco di Monteloene parlò ai giornali: "La biga è nostra di diritto e ce la devono restituire, abbiamo delle buone carte in mano; la biga appartiene al nostro territorio e fu illegalmente esportata dal paese. Quando venne trafugata dall'Italia, la questione fu addirittura sollevata in parlamento, a Roma. Il Metropolitan non è riuscito a fornire prove né della sua proprietà, né dell'approvazione dell'Italia alla sua esportazione"......
...Era l'inizio dell"Operazione recupero", come ormai le cronache internazionali chiamano l'azione decisa dal sindaco di Monteleone e portata avanti da Tito Mazzetta...
da "La biga rapita" di Mario La Ferla